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Ripristino Mediazione Civile Obbligatoria: cosa riguarda e cosa comporta

Attraverso il “Decreto del Fare” approvato il 15 giugno 2013, il Governo Letta reintroduce l’obbligatorietà della mediazione civile e commerciale, ovvero la possibilità di dirimere controversie con modalità diverse da quelle giudiziali, in tempi più brevi e meno costosi, attraverso l’apporto di un terzo imparziale (il mediatore) che aiuterà le parti nella ricerca e nella formulazione di un accordo amichevole.

Si dovrà ricorrere in mediazione in controversie in materia di:

condominio

diritti reali

divisione

successioni ereditarie

patti di famiglia

locazione

comodato

affitto di aziende

risarcimento del danno derivante da responsabilità medica

risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo di stampa o con altro mezzo di pubblicità

contratti assicurativi, bancarie finanziari

Chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa a questo genere di controversie è tenuto ad esperire il procedimento di mediazione ai sensi del Decreto Legge 15.06.2013 Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia – “Misure per l’efficienza del sistema giudiziario e la definizione del contenzioso civile”: determinazioni e proposte, ovvero il procedimento di conciliazione previsto dal decreto legislativo 8 ottobre 2007, n.179, ovvero il procedimento istitutivo in attuazione dell’articolo 128-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo 1°settembre 1993, n.385, per le materie ivi regolate.

Tale procedimento, ad oggi obbligatorio, era stato abolito non per incostituzionalità della legge 28/2012, bensì per un eccesso di delega: questo significa che era stato rilevato solamente un vizio formale e non sostanziale, che permette una correzione e una reintroduzione del principio di obbligatorietà attraverso la formulazione di  una nuova legge.

Come dice  Giovanni Pecoraro, presidente dell’associazione nazionale per l’arbitrato e la conciliazione dal 1995, “la reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione civile e commerciale coincide con la fine della delusione da parte di giovani che si erano visti sbarrare la strada ad una nuova e affascinante professione”.

Ciò che ne deriva è uno snellimento dei tempi della giustizia civile e un miglioramento dell’efficienza, un risparmio di fatica, tempo e denaro per chi va in mediazione e l’aprirsi di nuove possibilità per i giovani in termini di posti di lavoro e soddisfazioni.

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